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Bidesh

 

La periferia est di Roma, in particolare l’area che comprende Torpignattara e Centocelle, rappresenta un vero e proprio mash-up di popoli orientali, africani e sudamericani. La comunità più numerosa è quella bengalese ed è proprio alla lingua Bangla che appartiene il termine “bidesh”, con il quale si fa riferimento ad una terra reale ed astratta allo stesso tempo, al luogo dove si è emigrati, la terra straniera.

Cerniera tra l’estrema periferia ed il centro, popolare fin dalla nascita, quest’area rappresenta un unicum nell’intera città, ricalca i quartieri multietnici delle capitali europee e potrebbe essere il simbolo dell'interculturalità.

Lungo le intricate strade sorgono attività di ogni tipo, gestite nella quasi totalità da immigrati. Alimentari, internet point, ristoranti e fruttivendoli si alternano lasciando spazio anche a 4 moschee e 3 tempi indu.

Il primo flusso migratorio verso Roma si è sviluppato tra gli anni ’80 e ’90, a distanza di circa trent’anni il numero di bengalesi raggiunge quasi le 30000 unità, di questi circa 10000 vivono tra Torpignattara e Centocelle. Le statistiche mostrano una accentuata prevalenza del genere maschile (70% circa) ed un’età media di 28 anni, ciò è dovuto al fatto che tendenzialmente gli uomini emigrano prima della propria famiglia per lavorare e solo in seguito, se ci sono le condizioni, vengono raggiunti.

A partire dalla seconda metà degli anni novanta ha iniziato a formarsi la seconda generazione, ad oggi si contano circa 1000 unità nella periferia est romana; questi ragazzi nati e/o cresciuti nel nostro Paese si sentono italiani (la cittadinanza è regolarizzata dallo "ius sanguinis") e al contempo sono legati alle tradizioni delle proprie famiglie.

Le seguenti immagini raccontano le storie di questo quadrante di Roma, degli immigrati che lo abitano e vi lavorano, del processo di integrazione ancora in corso, delle nuove generazioni e i loro dubbi, gli umori altalenati ma anche i colori e la voglia di stare insieme. 

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